Le Isole linguistiche germaniche fioriscono

20 anni Comitato unitario

 

Questa pubblicazione  è stata resa possibile con il finanziamento della Regione Autonoma Trentino – Alto Adige/Südtirol.

Prefazione

Il Comitato Unitario delle Isole Linguistiche Storiche Germaniche in Italia compie vent’anni e questa pubblicazione intende
non solo ricordare lo spirito che ne ha caratterizzato la nascita, ma anche porre in luce gli eventi che hanno favorito la crescita di consapevolezza del diritto ad esistere ed a difendere la propria origine e la diversità linguistica, quale patrimonio di grande valore.
     Il Comitato è nato con l’obiettivo di mettere in contatto le piccole isole linguistiche presenti in Italia, per condividerne le esperienze, trovare nell’unità la forza di ricercare e di reclamare soluzioni comuni alle problematiche che assillano le realtà di montagna, ma che diventano cruciali nella particolarità di isole linguistiche di ridotte dimensioni.
     Certamente le Convenzioni internazionali, la Carta costituzionale o i testi legislativi hanno dato impulso al desiderio di aggregazione, ma è stato soprattutto il forte senso identitario, che accomuna le diverse anime presenti nel Comitato, a caratterizzarne l’attività, concretatasi attraverso la realizzazione di iniziative editoriali ed interventi di varia natura presso le istituzioni di rilevanza, sia nazionali, sia estere.
     Il volume si compone di una prima parte nella quale a cura dei padri fondatori è raccontata la nascita del Comitato, la sua attività, le pubblicazioni realizzate e gli interventi a vario titolo assunti.
     Successivamente la descrizione delle caratteristiche linguistiche delle isole germaniche per famiglie d’origine introduce la parte dedicata alle singole realtà, nella quale il lettore potrà conoscere, la storia, la lingua, l’architettura e le peculiarità di ogni comunità linguistica.
     Pur appartenendo alla stessa famiglia linguistica, la provenienza delle genti delle rispettive isole, la collocazione geografica, il contatto con la lingua dominante, o viceversa il discreto isolamento dal mondo circostante, hanno influenzato lo sviluppo e la diversità delle diverse parlate. Di questo si è voluto portare testimonianza nell’ultima
parte del volume, con una fiaba dei Fratelli Grimm tradotta dalle Comunità nella propria varietà linguistica.
     Consapevoli che ogni percorso e/o processo è destinato a migliorare se improntato alla conoscenza, auspicabilmente questa pubblicazione potrà contribuire a suscitare ulteriore attenzione ed a sollecitare stimoli, non solo culturali, in favore della grande ricchezza costituita dalla diversità linguistica, altrove definita ‘patrimonio europeo’. A tutti coloro che hanno reso possibile questa pubblicazione ed alle singole comunità va il mio personale ringraziamento per la collaborazione ed il lavoro svolto.


Anna Maria Trenti Kaufman
Coordinatore del Comitato Unitario
delle Isole Linguistiche Storiche
Germaniche in Italia

Recensione

“Comitato delle Isole linguistiche 2001-2021: Le isole linguistiche germaniche fioriscono”

Recensione di Christian Ferstl, 1° Presidente dell‘associazione Johann-Andreas-Schmeller-Gesellschaft


In occasione dell’“Anno europeo delle lingue”, nel 2001 si incontrarono a Egna, nella Bassa Atesina, i rappresentanti di diverse isole linguistiche germaniche, tutte situate nel nord Italia. Durante questo incontro posero la prima pietra per la fondazione del “Comitato Unitario delle Isole linguistiche Storiche in Italia”.

Per il ventesimo anniversario, il Comitato ha ritenuto opportuno fare una retrospettiva sulle proprie attività. Ha quindi deciso di pubblicare un volume che mostri come le isole linguistiche “fioriscono”.

Nella Prefazione di Anna Maria Trenti Kaufman si legge che il Comitato delle Isole Linguistiche fu fondato con l’intento di “mettere in contatto le piccole isole linguistiche presenti in Italia, per condividerne le esperienze, trovare nell’unità la forza di ricercare e di reclamare soluzioni comuni alle problematiche che assillano le realtà di montagna, ma che diventano cruciali nella particolarità di isole linguistiche di ridotte dimensioni.” (p. 5). Il recensore fu presente allo storico incontro di Neumarkt e ricorda bene l’iniziale delusione dovendo constatare quanto fosse difficile, in un primo momento, attivare la comunicazione tra i rappresentanti delle singole isole linguistiche. All’inizio, i presenti tentarono di parlarsi in tedesco, ma già dopo mezz’ora dovettero ammettere che funzionava meglio in italiano. Forse perché allora il tedesco delle isole linguistiche era già “sfiorito”?

Per niente, semplicemente non era idoneo come metalingua, perché i partecipanti, cioè i “Walser, i Cimbri, le persone della Carnia e della Val Canale come anche della vicina Valle dei Mocheni” (p. 16) non conoscevano abbastanza bene il tedesco standard. Fu così che il giorno dopo, Gianni Molinari dei Cimbri dei tredici Comuni sintetizzò il risultato del convegno con le parole seguenti: “Mettiamoci al lavoro per un nuovo inizio! Tzimbar lentak! [= Viva il Cimbro!]“ (p. 16). Anche solo questo episodio mostra che gli editori scelsero a ragione, per il titolo, l’aspetto del “fiorire”.

In un capitolo introduttivo, Luis Thomas Prader, per lunghi anni segretario del Comitato Unitario, descrive la “fatica di salire”. All’inizio inserisce gli eventi “che hanno dato nuovo impulso all’esistenza delle isole linguistiche” (p. 11) in un nuovo quadro che si fa sempre più stretto e più personale – dalle isole linguistiche “nel mondo” a quelle “in Europa”, “in Italia” e “a livello locale”. È in questo quadro che, in un certo senso, si colloca la cronaca della storia del Comitato Unitario e delle sue comunità. Fa inoltre notare il considerevole numero di pubblicazioni che vanno dai testi per bambini ai rapporti provenienti dalle isole linguistiche e al materiale informativo fino alle opere di taglio scientifico. Non poteva poi mancare una panoramica del lavoro di pubbliche relazioni svolto dal Comitato linguistico. In conclusione, Prader mette in evidenza brevemente la necessità di continuare a sostenere le isole linguistiche anche dall’esterno.

La vera e propria introduzione di Inge Geyer, Marco Angster e Marcella Benedetti inizia con la definizione del termine “isola linguistica” per poi affrontare la nascita delle isole linguistiche germaniche nell’Italia medievale. A conclusione di questa parte introduttiva gli autori volgono lo sguardo sulle situazioni attuali nelle varie isole linguistiche soprattutto caratterizzate dagli sviluppi avvenuti nel ‘900. Gli autori non si accontentano di descrivere lo stato attuale, ma guardano anche in avanti: Secondo loro, “la ricchezza culturale di una comunità è innanzitutto risorsa che forma la sua identità e la rende capace di progettare il futuro e dare risposte alle nuove sfide di un mondo globalizzato che, soprattutto in seguito alla pandemia, deve trovare nuove soluzioni per l’avvenire” (p. 34).

Nella parte principale dell’opera si presentano sistematicamente le isole linguistiche che nel corso degli anni sono state accolte in seno al Comitato Unitario. Si inizia con le otto comunità Walser, seguono la Valle dei Mocheni e quattro regioni dei Cimbri e si conclude con quattro isole linguistiche nel Friuli. Le descrizioni delle comunità linguistiche seguono uno schema comune: Di solito si comincia presentando la storia dell’isola linguistica in questione, poi ci si sofferma sulla sua lingua; altri capoversi ricorrenti trattano l’architettura e varie particolarità del posto – quindi temi che vanno ben oltre gli aspetti linguistici. Alla fine sono elencati gli indirizzi dei possibili contatti. In questo modo, il lettore dispone di criteri unitari di confronto, cosa allo stesso tempo informativa e utile che permette di orientarsi facilmente.

Tuttavia, un confronto ancora più intensivo e originale lo offre l’ultimo capitolo, dove la fiaba dei fratelli Grimm “Gli gnomi” è presentata, oltre che in italiano e in tedesco standard, in tutti i dialetti delle diverse isole linguistiche. In poco spazio si svelano così le somiglianze e le differenze nel vocabolario, nell’espressione e nella grammatica dando una prima impressione della mentalità di ogni comunità che si esprime attraverso la sua lingua. Tuttavia, la cosa più importante di questo capitolo è il messaggio che manda: Tutte le isole linguistiche presentate nel libro sono vive! Era proprio questo l’impulso qualitativo determinante per la fondazione del Comitato Unitario – e così si chiude il cerchio.

Se si legge quest’opera con attenzione ci si rende conto che dalla fondazione, il numero delle isole linguistiche che fanno parte del Comitato Unitario è cresciuto sensibilmente. Il Comitato Unitario è quindi fiorito anche in senso quantitativo e la fine di questo sviluppo non è arrivata, visto che attualmente, com’è noto al recensore, i Cimbri delle Valli del Leno si stanno attivando per entrare a far parte del Comitato Unitario.

A proposito: Non vogliamo non riportare anche la frase che precede la citazione di Gianni Molinari di cui sopra: “Se dobbiamo morire, meglio dopo che prima” (p. 16). E anche con questo volume per festeggiare il giubileo, il Comitato Unitario ha reso ancora più realistico questo “dopo”. Infatti, si può affermare che chi parla di “dopo” parla di futuro. Questa bella pubblicazione indica chiaramente la via delle isole linguistiche verso il futuro.

Tirschenreuth, giugno 2023